Il progetto N.O.I. 2 – Per un futuro consapevole, promosso dall’Osservatorio di Genere e finanziato dal Fondo di Beneficenza di Intesa Sanpaolo, si è concluso ad agosto 2023.
In questi 12 mesi abbiamo coinvolto le classi seconde delle scuole secondarie di primo grado degli Istituti Comprensivi di Monte Urano (FM), Pievetorina (MC), Fermo (FM) e Treia (MC), proponendo sia laboratori in classe, sia sportelli con i docenti e incontri con le famiglie.
Il tema centrale del progetto è stato il rapporto tra educazione e scuola: una relazione su cui, negli ultimi anni, hanno influito numerosi cambiamenti tecnologici e di competenze. L’educazione, infatti, è un processo complesso in cui si incontrano saperi, bisogni, personalità e contesti che vanno oltre l’ambito scolastico e interessano l’intera comunità.
In questo articolo, Claudia Santoni, Presidente dell’Osservatorio di Genere, condivide alcune considerazioni finali su N.O.I. 2 e sui suoi risvolti sui soggetti coinvolti.
Promuovere la consapevolezza e l’autonomia per sviluppare la cittadinanza attiva
Il progetto N.O.I. 2 – Per un futuro consapevole nasce come follow-up di un’esperienza svoltasi nel 2021 con l’obiettivo di contrastare le condizioni di disagio socio-educativo e stimolare la costruzione di una comunità scolastica più consapevole in grado di offrire ad alunni e alunne gli strumenti per fronteggiare le difficoltà e decidere attivamente del proprio futuro.
Dopo un’osservazione preliminare sui luoghi dell’educare, abbiamo progettato e messo in campo molteplici strumenti per promuovere percorsi educativi inclusivi che mettano sempre al centro la persona nella sua complessità e unicità. L’apprendimento e le capacità individuali, infatti, possono svilupparsi soltanto in un clima capace di favorire l’espressione del sé e delle proprie potenzialità. Alla luce di questo, nelle classi abbiamo proposto:
- il laboratorio “Orientati alla scelta consapevole” che, attraverso lo strumento dell’autobiografia narrativa, ha dato e a ragazzi e ragazze la possibilità di raccontarsi, a sé stessi e agli altri, imparando a leggere tutti quegli indizi che possono influenzare la scelta scolastica
- il laboratorio “What can I do? Non restare a guardare” che, attraverso la gamification, ha incoraggiato le classi a riflettere su bullismo e cyberbullismo
- il laboratorio “Linguaggio delle immagini in movimento” finalizzato a potenziare le capacità di comprensione del testo e discernimento critico attraverso l’analisi di opere cinematografiche
Lo scopo ultimo di questi interventi è stato quello di costruire pari opportunità educative e promuovere nei minori un senso di cittadinanza attiva, aiutandoli a sviluppare consapevolezza di sé e capacità di lavoro autonomo.
Il nostro obiettivo formativo, infatti, è e sarà sempre orientato a favorire in ognuno l’apprendimento del sapere nella crescita individuale, cercando di non censurare mai il bisogno istintivo che i giovani hanno di conoscere e ragionare su ciò che li circonda.
Gli interventi messi in atto, però, non hanno riguardato soltanto alunni e alunne, ma anche docenti e familiari, perché sia chi viene educato, sia chi educa ha diritto a vedere riconosciute le proprie attitudini e ad avere accesso agli strumenti per rapportarsi alla complessità del mondo di oggi.
Con gli insegnanti abbiamo aperto un canale di confronto gestito da un team multidisciplinare capace di supportarli e offrire loro gli strumenti per gestire le criticità e contrastare la povertà educativa.
Con le famiglie abbiamo instaurato momenti di dialogo per illustrare le attività svolte nelle classi e restituire le impressioni, i bisogni e le suggestioni emerse durante i laboratori.
Infine, nell’ottica di ampliare gli orizzonti del percorso educativo anche al di fuori del contesto scolastico, abbiamo proposto dei laboratori artistici durante l’estate, organizzati con il supporto delle Amministrazioni Comunali di Monte Urano, Magliano, Rapagnano e Torre San Patrizio che hanno creduto nel progetto e hanno messo a disposizione degli spazi pubblici. Una collaborazione preziosa che dimostra quanto sia importante e necessario lavorare sul coinvolgimento dell’intera comunità affinché una pluralità di soggetti partecipi attivamente all’educazione dei giovani.