L’esperienza del laboratorio “OrientaTI” per la scelta della scuola superiore

Scegliere la scuola superiore è una delle tappe più delicate dell’età adolescenziale: un compito evolutivo che mette in gioco molteplici elementi e che spesso genera un senso di smarrimento negli studenti e nelle famiglie. Per operare questa scelta, infatti, non basta raccogliere informazioni sul contesto, sulle opportunità disponibili, sulle possibilità future (aspetto di per sé complesso), ma è fondamentale imparare a conoscere sé stessi/e.

Ecco perché, nell’ambito del progetto N.O.I. 2 – Per un futuro consapevole, abbiamo inserito anche un laboratorio di orientamento basato su una metodologia narrativa: un approccio che mette da parte il tradizionale incrocio tra competenze e indirizzi, per offrire a ragazzi e ragazze la possibilità di raccontarsi, a sé stessi e agli altri, e imparare così a leggere tutti quegli indizi che possono influenzare la scelta scolastica.

Il laboratorio, intitolato proprio “OrientaTI alla scelta consapevole”, si è svolto in una serie di incontri, da ottobre 2022 a gennaio 2023, e ha coinvolto trecentocinquanta alunni e alunne delle seconde classi delle scuole secondarie di primo grado degli Istituti Comprensivi “Paladini” di Treia (MC) e “Da Vinci – Ungaretti” di Fermo.

A guidare le attività sono state Claudia Santoni, docente di Sociologia presso l’Università di Macerata e presidente dell’Osservatorio di Genere e Giulia Rogante educatrice e project manager dell’associazione. È Claudia Santoni a raccontarci come si è svolto il laboratorio e quali sono state le riflessioni più significative dei partecipanti.

Ogni giorno è un susseguirsi di scelte

Per rompere il ghiaccio abbiamo iniziato con una domanda apparentemente semplice: “qual è la prima decisione che hai preso questa mattina?” Di solito, la risposta è: “ho deciso di alzarmi dal letto e andare a scuola, magari non mi andava, ma l’ho fatto”. Questa è già una scelta, a cui ne seguono molte altre: quale vestito indossare, cosa mangiare a colazione, con quale amico uscire. Invitando i ragazzi e le ragazze a riflettere sulle loro scelte quotidiane vediamo come, pian piano, emergono questioni diverse: dalle più semplici alle più complesse. Quando abbiamo chiesto loro di scrivere, in modo anonimo, quale fosse la scelta più difficile che avessero mai fatto le risposte sono state di tutti di tipi, dal decidere se esprimere o meno i propri sentimenti verso qualcuno, al decidere quando fare i compiti estivi per evitare di annoiarsi, fino alla più cruciale delle decisioni: cosa fare del proprio futuro.

Un susseguirsi di scelte

Scegliere una direzione

A questo punto abbiamo rivolto al gruppo la domanda principale: “di cosa abbiamo bisogno per scegliere?”. La risposta non ha tardato ad arrivare: “Per scegliere dobbiamo conoscere la direzione”. Una riflessione giusta e utile che apre la strada alla metafora del viaggio su cui abbiamo basato l’attività successiva. Prima, però, abbiamo invitato i partecipanti a raccontarsi provando a rispondere a due domande:

  • Come mi vedo io?
  • Come mi vedono gli altri?

L’immagine che ognuno ha di sé stesso/a, infatti, non è mai unica: è una sovrapposizione di immagini da mettere a fuoco attraverso la propria lente e per farlo bisogna sperimentare. Ecco, dunque, che ritorna utile la metafora del viaggio da organizzare. Ogni partecipante si è calato in un ruolo diverso: chi si ritiene (o è ritenuto) preciso è diventato l’organizzatore, chi ha buon senso dell’orientamento la guida, chi sa cucinare il cuoco, chi si sente generoso il finanziatore e così via. Ma ancora non basta, perché per partire bisogna decidere dove si vuole andare. C’è chi vuole rilassarsi, chi vuole divertirsi, chi vuole conoscere, chi vuole vivere un’avventura: ogni meta risponde a un desiderio, un bisogno, un’aspirazione e ogni meta conduce su strade diverse. Così, giocando, siamo arrivati al parallelismo tra la scelta di una destinazione e la scelta di una scuola.

Scegliere una direzione

Scegliere una scuola: motivazioni e aspettative

Abbiamo chiesto ai ragazzi e alle ragazze di scrivere liberamente su dei post-it tutti i diversi motivi che influenzano la loro scelta di una scuola superiore: imparare, studiare le materie più amate, trovare un lavoro, guadagnare soldi in futuro, conoscere nuovi amici, innamorarsi, seguire una passione, inseguire un sogno, ma anche far felice la famiglia o addirittura aiutare i familiari a realizzare un progetto. C’è stato anche chi, in piena sincerità ha scritto: “A me non piace molto la scuola ma i miei genitori dicono che mi servirà in futuro quindi a questo punto mi conviene scegliere la scuola che mi piace di più”. Dal mescolarsi dei numerosi post-it ha preso forma la complessità di un quadro composto di numerosi fattori, tra motivazioni e aspettative, proprie e altrui.

Imparare a raccontarsi

A questo punto, abbiamo chiesto ai partecipanti di pensare a sé stessi come al personaggio di un racconto, con un passato, un presente e un futuro. Aiutandosi con dei sussidi grafici, hanno immaginato di inseguire i propri sogni, altri di migliorare le proprie condizioni economiche, altri ancora di vivere delle grandi avventure, ma, in ogni caso, inventare la storia del proprio protagonista ha permesso loro di accorgersi che le scelte non sono mai definitive, che le passioni, gli interessi e le motivazioni cambiano e la direzione si modifica nel corso del tempo. Soprattutto, giocando a raccontarsi, hanno capito che la vita è un continuo susseguirsi di scelte difficili e che, anche se spesso se ne sente il peso, esprimerle attraverso l’autonarrazione aiuta a sentirsi meglio.

Raccontarsi giocando

Nella nostra visione, infatti, è questo il cuore dell’intervento orientativo: stimolare l’espressione di tutte le rappresentazioni del sé e immaginarsi nel futuro attraverso l’esperienza di tutti i giorni.

È così che ci si orienta alla crescita.

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